Geraldina Colotti (redattrice de “Il manifesto” e di Le Monde Diplomatique, narratrice e poetessa) Valerio Cuccaroni (direttore della Rivista Argo), Susanna Tartaro (curatrice di Fahrenheit) alla Sala Avorio stanno per parlare de La guardia è stanca, di Geraldina Colotti. Ho scoperto con piacere che Susanna Tartaro ama la poesia, anzi, come ha detto Geraldina Colotti, Susanna è un punto di riferimento nel panoramo italiano per l’attenzione che dimostra verso la poesia. Un elemento, questo, che me la fa apprezzare ancora di più. Incontro emozionante, il mio primo impatto con il Salone, emozionante sentire Geraldina Colotti leggere le sue poesie da La guardia è stanca: una raccolta dove, con ironia, giochi di parole, ma anche con estremo rigore e forza la Colotti fa rivivere la sua esperienza di militante e di carcerata, riportandoci indietro negli anni settanta, ma dove si trovano anche sferzanti incursioni nella situazione attuale del nostro Paese. A noi lettori non rimane che leggerle, queste poesie, e riflettere.
Flavio Soriga e Paolo Fresu: una bella presentazione reciproca, divertente, eletrizzante, come sempre accade quando Flavio sta davanti a un microfono. Il tempo passa e neppure ci se ne accorge. Protagonisti due libri: Il cuore dei briganti, di Flavio Soriga, di cui vi ho parlato già più volte, e Musica dentro, di Paolo Fresu. Che ho acquistato, ma non ho letto. Ma credo mi piacerà, perché anche Fresu, per me, appartiene a quella categorie di persone dotate di intelligenza del cuore.
E, a proposito di Fresu, ascolterò non le sue parole, ma la sua musica, a
Bologna, il 25 maggio, alle ore 21, nella sala del circolo Arci Benassi, Viale Cavina 4 (telefono 0516279380) dove Paolo Fresu & il Quartetto Alborada con la partecipazione di Milena Vukotic inaugurano il progetto "Nidi di Note" che ha lo scopo di raccogliere fondi per offrire ai bambini la possibilità di avere esperienze artistiche e musicali fin dal nido, ed e’ stato realizzato con la collaborazione del quartiere Savena.
I musicisti coinvolti intendono sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’educazione musicale nella prima infanzia.
Ecco, come vi dicevo, l’intelligenza e la generosità del cuore.
Non lasciatevi ingannare dall’espressione da guru in meditazione di Maurizio de Giovanni (che stesse pensando al suo malinconico Ricciardi?). In realtà i libri che Maurizio ha presentato al Salone Maurizio strappano molte risate, mentre li si legge: Miracolo a Torino Juve-Napoli 2-3, edito da Cento Autori.
E, amcora di argomento calcistico un racconto che fa parte dell’antologia Per segnare bisogna tirare in porta, tredici storie per tredici giocatori (Edizioni Spartaco).
Un altro suo racconto si trova in Se mi lasci non male, antologia di nanoromanzi d’amore umoristici (Kairòs edizioni). Antologia che contiene, fra gli altri, anche due racconti di Laura Costantini e Loredana Falcone (pensavo di averla acquistata, ma non me la ritrovo, mannaggia li pescetti…). Ho acquistato certamente, perché ce l’ho qui davanti, Aggiungi un porco a tavola, dove de Giovanni è presente con la favoletta Robin food, antologia edita ancora da Cento Autori.
Racconti divertenti, di un umorismo incalzante. Come se al Salone ci fosse l’altra anima, di Maurizio: quella gioiosa e giocosa, quella che traspare quando lo si incontra, insomma. L’altra, la malinconica, quella partecipe alla sofferenza degli umili, l’anima che gli ha fatto creare il personaggio indimenticabile del commissario Ricciardi, non era presente, o forse c’è stata solo un attimo, nello scatto di una fotografia. Ma la ritroveremo presto, in autunno, nell’ultima stagione di Luigi Alfredo Ricciardi. E io non vedo l’ora.
E per oggi, accontentatevi di questo servizio. L’inviata è ancora stanca, più della guardia di Geraldina Colotti.
Ma non temete (o non sperate): continuerò. Non vorrete mica che non parli un po’ di Fahrenheit? E poi, ho ancora un bel po’ di foto, e di presentazioni, e di incontri, begli incontri nel mio archivio torinese. E anche qualche breve riflessione, che mi gira in testa. E anche sul viaggio di ritorno in treno, c’è una cosina (bella) che devo raccontarvi.
Beh, vi regalo un’altra immagine: Camera con vista, o, meglio, vista dalla mia camera d’albergo.
A me, quelle case lì, con gli abbaini e tutto, piacciono un sacco.
grazie Milvia!adesso attendo qualcosa di tuo sul saluto!un bacione
grazie,ti abbracciocri
Milvia , grazie!Sì, devi parlare di Fahrenheit, ti aspetto, allora.Belle le tue foto, come semprte.Un abbraccirosy
Ciao, ragazze! Un abbraccio.Milvia