L’attacco criminale dei soldati israeliani alla Mavi Marmari ha suscitato sdegno in tutto il mondo. Ma mi chiedo se lo sdegno è sufficiente per condannare la politica di sopraffazione che lo stato di Israele sta portando avanti da decenni verso il popolo palestinese. Come sempre accade quando un fatto particolarmente eclatante sconvolge l’opinione pubblica, i mass media se ne occuperanno per qualche giorno. Poi, ancora una volta, scenderà il silenzio. Dimenticando, per quanto riguarda questo caso specifico, che la popolazione prigioniera nella striscia di Gaza soffre ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della propria esistenza.
Come ho già scritto altre volte non sono antisemita, mi offenderebbe profondamente un’accusa simile. Sono stata, sono, e sempre sarò vicina ai sei milioni di ebrei sterminati dalla follia nazista, sono stata, sono e sempre sarò vicina alla sofferenza del popolo ebraico. Ma non riesco ad accettare, e neppure a capire come proprio una nazione che da tale sofferenza è nata, sia ora l’artefice della sofferenza di un altro popolazione e aggredisca chi vuole portare a essa aiuti umanitari.
E allora, lo sdegno, è sufficiente?
Fino a quando tutto questo sarà tollerabile?
La mia amica Mariolina Tentoni mi ha inviato l’altro giorno una mail, comunicandomi la reazione al massacro sulla Mavi Marmari di una nostra comune amica: l’israeliana Nurit Peled Elhanan, Premio Sakarov per i diritti umani nel 2001 e Membro fondatore del Tribunale Russel per la Palestina. Di questa donna straordinaria ho parlato diverse volte, in questo blog, ad esempio
QUI
e
QUI
Ed ecco cosa scrive Nurit Peled
Guai, gente peccatrice!
Popolo carico di iniquità!
Razza di scellerati!
Figli depravati
……
Perché volete ancora essere colpiti
Continuando ad agire contro giustizia ?
( da Isaia, 3-5 )
I capibanda di Sodoma, i rappresentanti del popolo di Gomorra, i discepoli di devastatori corrotti, hanno compiuto altre devastazioni.
Questa volta hanno attaccato navi di operatori di bene che a ciò avevano consacrato il loro tempo e le loro risorse, che avevano messo a rischio la loro vita per venire in soccorso degli offesi, degli oppressi, degli affamati.
Gente che era venuta a difendere gli orfani e le vedove è stata brutalmente attaccata dagli spietati soldati di Israele.
E i soldati di Israele, che sono sempre spaventati a morte da bastoni e sassi, hanno reagito nell’unico modo che conoscono- uccidendo.
Perché questo è ciò che hanno imparato dai loro capi supremi, a uccidere, e uccidere e uccidere sempre più.
La mente suprema dietro l’assedio di tutti gli assedi, il maestro dei muri e dei checkpoints, delle torture e dei lutti, ci ha mostrato una volta di più di cosa è capace
E noi, cittadini di Sodoma e Gomorra, non abbiamo nient’altro che parole impotenti per protestare una volta di più contro l’orrore inflitto al mondo da Israele, per deplorare Gerusalemme che rovinò, la Giudea che è rovinata e noi stessi che stiamo rovinando con lei.
(Nurit Peled)
Entrando nei seguenti siti potrete trovare altre notizie e considerazioni che riguardano l’aggressione:
Appello
Italiani picchiati
Comitato Palestina Bologna
E ora un canto:
Daniele Sepe: Kufia
no, Milvia, mi dispiace dirlo, ma lo sdegno non è sufficiente!noi che ci sdegnamo siamo dei poveri illusi.Perdiamo di vista che dietro tutti i conflitti, ci sono manovre di potere per acquisire sempre più egemonia.e intanto i popoli deboli pagano.
E allora che fare, cara Cri?Un abbraccioMilvia
continuare a gridare nel deserto.solo questo possiamo fare.ma lo facciamo per non morire anche noi nella coscienza, e nella speranza che prima o poi un'eco giunga agli orecchi dei dormienti.un abbraccio, caracri
non posso che essere d'accordo con voi, care amiche.facciamo quello che possiamo, anche se è poco.non possiamo fare altroste
Cri, Stefano: Certo, fare gli struzzi, mai.Ciao, Ste: ci sei mancato.Milvia
no, lo sdegno non è abbastanza, ma quando smetteremo anche di sdegnarci sarà davvero la fine.Cosa possiamo fare? di certo non possiamo avere la presunzine di salvare il mondo, di cambiarlo, di renderlo diverso con uno schiocco di dita. Sarà un banalità, un frase retorica: ognuno deve iniziare nel suo piccolo e nel suo quotidiano: non possiamo essere solidali con i pacifisti delle navi sopracitate, della popolazione di Gaza, dell'Iraq, dell'Afghanistan, della Birmania, dei medici di Emergency arrestati e per fortuna liberati quando poi nel concreto non siamo capaci di metterci nei panni di chi ha concretamente bisogno nell'immediato delle nostre vite…
Davvero,lo sdegno e la rabbia non bastano ma se scemano anche quelle è la morte della ragione e del cuore.A volte sento avvisaglie preoccupanti in me e in altri "combattenti"del tipo"basta parlare e dire ,intanto sono gli altri che decidono e nulla sappiamo ",Il rischio è la rassegnazione e quindi non riuscire neanche a comunicare ai ragazzi e ai bambini attorno e dare loro strumenti di decodifica e di critica.serve ancora,tante gocce fanno almeno un lago altrimenti è deserto. .Un abbraccio dolenteTinti
Marlene: ben venuta, prima di tutto. Non posso che darti ragione: quello che esponi l’ho scritto pure io, in qualche vecchio post, e cerco di concretizzarlo, quando posso.Mivia
Tinti: ricambio l’abbraccio dolente. Lo sai che siamo sempre in sintonia…Milvia