Come avevo preannunciato me ne vado in quel di Roma, per un po’ (non ditelo al Senatur, mi raccomando…). Così, fino a lunedì, niente post, niente blog, nada de nada, insomma. E ora, che vi lascio come saluto? Una poesia d’amore?
Et voila:
di Pedro Salinas E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d’amarti solo io.
Una poesia civile?
of course!
di Salvatore Quasimodo E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Una poesia di un incivile poeta?
Ah, no! Di Bondi no, non pubblico nulla nel mio blogghino…
Una mia poesia?
No no, se mi succedesse qualcosa non voglio che abbiate un brutto ricordo, di me…
Allora… vediamo… Una poesia in romanesco (eh, questa è una vera provocazione, vero, Senatur?) ?
E vaiiii!
di Trilussa
L’ Omo disse a la Scimmia:
-Sei brutta , dispettosa:
ma come sei ridicola!
ma quanto sei curiosa!
Quann’ io te vedo, rido:
rido nun se sa quanto!…
La Scimmia disse : – Sfido!
T’ arissomijo tanto!
E poi, ancora? Una vignetta di Vauro?
Ma sì, e lunga vita alla satira!
Un’ode a un certo stupratore della democrazia?
Umh… no, più che ode, sarebbe odio…
E allora basta così, o bona lè, come si dice a Bologna.
Magari vi lascio con una canzone.
Magari con questa canzone.
E anche con un’altra, poi.
A sorpresa.
Au revoir, mes amis! A bientôt!
La frittata con i funghi ce la prepari ?Buona vacanza, bella Roma settembrina !
Nu’ esse nato a Roma nu’ è vergogna,/è solo un brutto scherzo der destino,/è come a quello che je viè la rogna,/puro si s’è lavato l’intestino.//Mi padre a mè nun m’à lassato gnente,/però, riposi in pace in sempiterno,/quanno ce penso l’aringrazzio a mente,/m’à fatto nasce quì e sò contento.//E tutti l’artri? e tutti l’artri, ciccia,/vordì che s’accontenteno de stacce,/è puro troppo facce da pelliccia,/co quelle parlantine e quelle facce./E’ già ‘n onore de potè gustalla,/puro si ‘n sò capaci de capilla,/je sarta all’occhi quello che stà a galla,/ma tutt’er mejo è robba da sibilla.
Che bella lettura cara e la musica…ma dove trovi tanta verve?Io sono un poco spenta…Grazie amica!Buona romanità spero non p……Tinti
carissima, mi farebbe piacere che tu e tutti i tuoi amici partecipassero al questionario sul mio blog!ti abbraccio e buon 4 ottobre che per noi bolognesi è festa!!!!
ciao, Milviaho già letto ma passo per darti un saluto.
Tonino: La frittata con funghi la preparo per amici speciali, e se verrai a Bologna sarò felice di preparartela…Buona serata!Milvia
Gemisto: Bella, bella bella… Contrariamente a tanti "nordici" io adoro il romanesco e i poeti che si esprimono in questo dialetto… Grazie!Milvia
Tinti: Spesso sono spenta anch'io… Ma poi mi riaccendo, come farai tu, cara, o forse lo hai già fatto. Un bacio.Milvia
Margaret: Sì, hai ragione… Anche se è difficile rispondere al tuo questionario… Dai, entro questa sera vengo a trovarti. E scusami del ritardo, non dovuto a noncuranza…Ti abbraccioMilvia
Cri: Milvia