Giallo: ebrei (due triangoli sovrapposti a formare una stella di David, con la parola Jude scritta sopra)
Rosso: dissidenti politici
Verde: criminali comuni
Viola: Testimoni di Geova
Blu: immigrati, apolidi e rifugiati all'estero della guerra Repubblicana di Spagna
Marrone: zingari (Rom e Sinti)
Nero: soggetti "antisociali”( malati mentali, senzatetto, alcolisti, prostitute, anarchici, lesbiche)
Rosa: omosessuali maschi
Shoa (שואה, traslitterato anche Shoah o Sho'ah), che in lingua ebraica significa distruzione (o desolazione, o calamità, con il senso di una sciagura improvvisa, inaspettata), è un'altra parola utilizzata per riferirsi all'Olocausto. Questo termine viene usato da molti ebrei e da un numero crescente di non ebrei a causa del disagio legato al significato letterale della parola olocausto.
Porajmos o Porrajmos (grande divoramento), oppure Samudaripen (genocidio) è la parola usata dai Rom per descrivere il tentativo nazista di sterminio.
http://anarcosolidale.splinder.com/post/22138250
C'è un paio di scarpette rosse
C'è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
"Schulze Monaco".
C'è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c'è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald
servivano a far coperte per soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.
C'è un paio di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l'eternità
perchè i piedini dei bambini morti non crescono.
C'è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perchè i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
(Joyce Lussu)
Dio mio. perché mi hai abbandonato?
Noi siamo gli sradicati
i rifugiati che non hanno un ruolo
i confinati nei campi di concentramento
condannali ai lavori forzati
condannati alle camere a gas
bruciali nei forni crematori
e le ceneri disperse
Siamo il tuo popolo di Auschwitz
di Buchenwaid
di Belsen
di Dachau
Con la nostra pelle hanno fatto abat-jour
e con il nostro grasso han fatto sapone
Come pecore al macello
tu hai permesso che ci portassero
alle camere a gas
Hai lasciato che ci deportassero
Hai messo in vendita a poco prezzo il tuo popolo
e non si trovava un compratore
Andavamo come bestie
assiepati nei vagoni
verso i campi illuminati da riflettori
e circondati da filo spinato
ammucchiati nei camion verso le camere a gas
dove entravamo nudi
chiudevano le porte
spegnevano le luci
e tu ci coprivi con l'ombra della morte
Di noi non son rimasti che mucchi di vestiti
mucchi di giocattoli
e mucchi di scarpe.
(Ernesto Cardenal poeta, sacerdote e teologo nicaraguese)
Hanno calpestato il violino zigano
Hanno calpestato il violino zigano
ne è rimasta della cenere zigana
il fuoco il fumo
si innalzano al cielo
Hanno portato via i zigani
hanno separato i bambini dalle madri
le donne dagli uomini
hanno portato via i zigani
Jasenovac è piena di zigani
legati da pilastri di cemento
da pesanti catene ai piedi e alle mani
nel fango fino alle ginocchia
A Jasenovac è rimasto
il loro ossame
per raccontare eventi disumani
l'alba serena si è alzata
il sole ha riscaldato dei zigani.
"C'era una volta un maledetto re
che
voleva far scomparire tutti i Rom
perché
avevano un'aria diversa dalla sua
e da
quella dei suoi parenti,
perché parlavano
in modo che lui non capiva,
e questo lo
faceva arrabbiare.
Tuttavia, sterminare
degli innocenti
all'epoca moderna non è
una bella cosa.
Così il re decise di fare
dei Rom dei criminali.
Sterminare i
criminali è tutt'altra cosa…
Quel re
si chiamava Hitler-Tuka…"
(anonimo Zingaro)
hitler non sarai mai abbastanza morto…
Bellissima la poesia di Joyce Lussu …
Ricordare fa male al cuore … ma insegna ai posteri …
Un abbraccio
Cristiana
27 gennaio: Giornata Internazionale di Commemorazione delle Vittime dell’Olocausto
splendide queste poesie Milvia!
e che colore diamo a tutti gli italiani che per non tradire si sono fatti anni di campi di concentramento, e si sono ammalati, o sono morti?
Il colore "trasparente", perchè purtroppo di loro non si ricorda nessuno.
uno di questi era mio padre…
Phederpher: E forse è un bene. L’”immortalità” dei mostri serve a non fare dimenticare la loro follia. Anche se capisco che non era questo il senso del tuo commento.
Grazie della visita, Phederpher.
Milvia
Cristiana: Bellissima e terribile, terribili le immagini che evoca… Ci sarebbe da piangere fino alla fine del mondo…
Ricambio l’abbraccio, Cristiana.
Milvia
Gemisto: splendido lavoro, il tuo! Bravissimo! E grazie, caro amico.
Milvia
Margaret: Fra altre cose che penso, o meglio spero ci accomunino, c’è anche la prigionia dei nostri rispettivi padri. Il mio non ne parlava volentieri, di questa tristissima esperienza e quindi non ne so molto, purtroppo.
Bisognerebbe ricordarli, hai ragione, cara Maggie
Milvia
Quante vittime innocenti di atrocità mostruose tuttora in questo mondo.
Adriano Maini
Mai dimenticare, per far si che tutto questo non si ripeta mai più. Anche se c'è da dire, per coerenza, che le vittime di un tempo, sono ora i nuovi carnefici.
Skbk
Adriano Maini: Purtroppo è vero. E anche se il numero delle vittime è senza dubbio inferiore a quello raggiunto dall’olocausto voluto dai nazisti non per questo l’atrocità è meno mostruosa. E altrettanto mostruosa e ripetitiva è la nostra distrazione.
Sempre gradite, le tue visite.
Milvia
Skbk: Meglio dire, forse, che è il governo eletto dai discendenti di quelle vittime a essere il nuovo carnefice. Che utilizza anche, in parte, gli stessi metodi di violenza e discriminazione utilizzati dalla follia nazista. La cosa assurda è che ogni volta che si fa questo parallelismo si viene tacciati di essere antisemiti.
Grazie della visita!
Milvia