(Mino Milani con Marino Sinibaldi: Mantova, Festival Letteratura 2006)
Questo post è dedicato, dedicatissimo. Il destinatario è un meraviglioso uomo, un grande scrittore che oggi compie ottantaquattro anni.
Più tardi gli telefonerò, per fargli gli auguri, e ancora una volta mi stupirò di sentire la sua voce di ragazzo. E ancora una volta gli manifesterò la mia sorpresa. . A dirla tutta mi sembra di essere invecchiata molto più io, di lui. Mi vien quasi da pensare che lui sia rimasto quel giovane uomo che io conobbi da bambina, quarantanove anni fa. La stessa forza interiore, la stessa coerenza fra il pensare e l’agire, la stessa luce nello sguardo. La parola “vecchio” non si addice a Mino Milani, non gli si addice per niente.
Se ha la saggezza che ai vecchi si attribuisce (quale luogo comune, questo…) è perché quella saggezza lui l’ha sempre posseduta.
Di Mino Milani ho parlato più volte, qui. Ripropongo un post di fine gennaio 2007, uno dei miei primi post: il mio blog era nato da pochi giorni, infatti. E ne segnalo un altro, di tre anni fa.
È il mio modo per fargli gli auguri, con l’affetto, la riconoscenza, la stima che per lui provo, da ormai due lustri.
E spero che anche voi li leggerete volentieri.
Lo Scrittore (e con la ESSE maiuscola)
23 gennaio 2007
Un ragazzo. Questo penso ogni volta, quando lo vedo arrivare da lontano. Non è mica lui, penso, accidenti alla miopia. Così, mi dico. Anche se lo conosco bene. Lo conosco esattamente da 46 anni.
Mino Milani è arrivato in ritardo, oggi, alla Biblioteca dei Ragazzi della Sala Borsa, a Bologna. Colpa di Trenitalia. Il treno fra Pavia e Milano ci ha messo un sacco di tempo, e così la coincidenza per Bologna è saltata. Ma i ragazzini hanno aspettato pazientemente. Ragazzini "stranamente" educati, e interessati all'evento. Accompagnati da una bravissima insegnante. L'ho capito dal modo in cui si rivolgeva ai suoi alunni, e anche da come loro si rivolgevano a lei. Anche questa cosa mi ha colpito felicemente in questa mattinata nebbiosa. Allora, ho pensato, si può continuare a sperare…
Poi lui è arrivato. E ancora mi sono meravigliata e ancora ho pensato: un ragazzo. Con quel fisico snello, il giaccone sportivo, il rosso del maglioncino che si intravedeva. E avvicinandolo, poi, ancora l'ho pensato. Perchè questo grande scrittore porta nello sguardo il ragazzo che è stato.
Mino Milani compirà 79 anni il prossimo 3 febbraio. Ma forse la scrittura , soprattutto quella dedicata ai ragazzi, lo ha mantenuto giovane.
L'approccio con il pubblico nasce sempre con grande naturalezza, in questi incontri. Non fa mai introduzioni. Fa parlare i ragazzi, fin da subito. Anche oggi è andata così. E quei giovani lettori abbandonano la timidezza, e partono con le domande a raffica. Milani risponde con semplicità, con umanità. Direi con grande onestà, ecco. Parla anche della durezza della vita, con chiarezza, ma senza spaventarli. Alla domanda: perchè è diventato scrittore per ragazzi? risponde: perchè c'erano troppi libri bugiardi, nella letteratura infantile, libri che volevano far credere che il mondo è solo buono e onesto.
Parla del suo bambino, che se ne è andato alla nascita, parla dei suoi gatti, Sibillino e Giovannino. Dice che ha smesso di fare il giornalista quando ha capito che non poteva più sopportare di trovarsi davanti a fatti di cronaca troppo dolorosi, mi commuovevo troppo, ha detto, mi facevo troppo coinvolgere. Bisogna avere grinta, per essere giornalista. E la grinta con l'età sparisce.
Non incita i ragazzini alla lettura. Dice solo che la differenza, oggi, è fra chi ha letto e chi non ha letto. Ma, aggiunge, se un libro, arrivati a pagina 16 non vi piace, lasciatelo. Questa è una regola d'oro, per Mino Milani, la ripete ogni volta. Per gli adulti la regola cambia un po': la pagina è la 32.
A chi gli ha chiesto come si fa a diventare scrittori, risponde: "ci vogliono quattro cose: fortuna, testa dura (ma tanto, dura, perchè gli editori mica sono lì ad accoglierti a braccia aperte, la maggior parte delle volte ti ignorano, quando mandi loro un manoscritto) , leggere tanto (non si scrive, se non si legge) "aggiunge " e Umiltà, questa la cosa principale. "
Per il viaggio, continua, mi sono portato dietro un vecchio libro, di un autore che è praticamente sconosciuto: "La valle degli uomini silenziosi". Un libro bellissimo, dice, e chi se ne frega della celebrità, l'importante è che chi legge provi emozioni.
Gli chiedono anche quanto tempo dedica alla scrittura: sei ore al giorno, risponde. E aggiunge. la condizione per scrivere è avere l'animo tranquillo.
Si è giunti alla fine. Ordinatamente le classi (due prime medie della città) si avvicinano per autografi e dediche. Sono sorridenti, i ragazzini, commentano fra loro le risposte. Bello.
Questa cosa dell'Umiltà. Me la diceva anche allora, 46 anni fa. Quando io, ragazzina di quattordici anni, abbonata al Corriere dei Piccoli e innamorata di Tommy River, uno dei primi e più celebri dei suoi personaggi, il primo antieroe della letteratura per ragazzi, forse, e innamorata pure da anni di un sogno più grande di me, quello di diventare scrittrice, gli scrissi, senza neppure dirlo ai miei, così, perchè doveva essere una cosa solo mia, all'inizio. E mi misi in attesa della risposta. E la risposta arrivò, e con essa arrivò anche una amicizia che dura ancora sorprendentemente dopo tanti anni e di cui mi sento molto orgogliosa. Non perchè lui è famoso, ma perchè è un grande, grande uomo.
Anche se in anticipo voglio scrivere ora:buon compleanno, dottor Milani! Le auguro di cuore di rimanere il ragazzo che è ora.
Se non oso troppo, potresti fargli gli auguri anche da parte di questo suo affezionato lettore di oltre cinquant'anni fa?
Adriano Maini
Adriano: ecco, un’altra bella sorpresa, leggendoti. Mi piace proprio questa condivisione di letture che ho amato e amo tanto.
Glieli farò senz’altro gli auguri da parte tua, a Mino Milani.
Milvia
Ciao Milvia, ho conosciuto e letto lo Scrittore grazie a te e tramite tuo vorrei anch'io inviare a Mino i miei migliori auguri per un sereno e felice compleanno. Hasta siempre, Franco
letto, apprezzato. e linkato.
Franco: Grazie, Franco. Sono contenta di essere stata io a farti conoscere lo Scrittore.
Milvia
Cri: sempre grata del tuo interesse, cara Cri. Un abbraccio.
Milvia
gentile Dottor Milani,
Sono felice di aver modo di riferirLe di quanto Lei mi ha reso felice, nel vero senso della parola, quando io ero una ragazzina, una bambina…E ora ho 59 anni, e non dimentico Tommy River e i suoi occhi verdi, e quel meraviglioso libro che i intitola " Ragazzi di cuore " che negli anni ho sempre cercato senza ritrovarlo mai…Non so cosa darei per rileggerlo e fantasticare come allora…E ritrovare le emozioni che non ho mai dimenticato….
Tantissimi auguri e un abbraccio con affetto
Marina Rossi
Marina Rossi: sono ben felice di accogliere nel mio blog il suo saluto a Mino Milani. Neppure io posso dimenticare Tommy River, che è stato proprio il personaggio che mi ha permesso di conoscere questo autore straordinario.
Scriverò al dottor Milani per segnalargli il suo commento. Sono certa che lo apprezzerà molto.
Milvia.