Sabina Rossa: una scelta civile

minorile

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Mi ha colpito favorevolmente leggere su Repubblica di ieri, 28 aprile, la riflessione che Michele Serra ha pubblicato sulla sua quotidiana rubrica L’amaca.
Faccio mia, in particolare, questa affermazione del giornalista: di Sabina Rossa, come cittadino italiano, io sono orgoglioso”.

Riporto qui sotto l’intero testo, e  QUI  l’approfondimento della notizia.

“Credo che 31 anni di carcere siano sufficienti anche per chi è condannato all’ergastolo”, dice Sabina Rossa in merito alla libertà condizionata dell’assassino di suo padre Guido, sindacalista comunista ucciso dalle Brigate Rosse perché “spia berlingueriana”, uno dei tanti italiani di sinistra caduti negli anni di piombo. Sabina si è adoperata con discrezione, con altri quattro parenti di altre vittime del terrorismo, perché l’uomo che ha ucciso suo padre non trovasse ostacoli alla fine della sua lunga detenzione.
Alle tante facili “ciance” sul perdono, categoria emotiva che calza alla perfezione alla banalità mediatica
(e condivido anche questa affermazione!) ecco sostituirsi, finalmente, un giudizio civile, razionale e umano, sulle leggi della Repubblica, la giustezza del castigo, la sua durata legittima, l’inutilità dell’accanimento che la vox populi così spesso invoca quando urla sguaiatamente che “bisogna buttare via le chiavi”. (E come faccio a non condividere anche questo?…). Di Sabina Rossa, come cittadino italiano, io sono orgoglioso. Lo sarebbe anche suo padre Guido. Spero che lo sia, o lo diventi, anche l’uomo che, con altri, tanti anni fa, uccise Guido, e nella misura umana di quella figlia, se ha voglia di farlo, può trovare le tracce della misura umana di quel padre, che credeva nella Repubblica e nelle sue leggi. Tra le quali la pena di morte non c’è.

Michele Serra

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. E del perdono, e di quel “fine pena mai” che certo non redime, perché non dà speranza.

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5 risposte a Sabina Rossa: una scelta civile

  1. anonimo ha detto:

    Cara Milvia,
    certo che ne fai di domande difficili in questo fine settimana da tardo  medioevo tra nozze reali (ma chi se ne frega?), estumulazioni  e  beatificazioni, guerra…
    Massì che sono d'accordo con te.
    Mirella
     

  2. anonimo ha detto:

    Dimenticavo che è anche il Primo Maggio festa del lavoratori, sospinta verso il fondo, quasi negata dai negozi aperti, dalla divisione dei sindacati, persino dalla cancellazione del significato delle parole "lavoratori" e "classe operaia".
    Mir

  3. Soriana ha detto:

    Mirella: Eh, Mirellina, in effetti non è che questo post abbia avuto molto successo… Dici che il motivo sia la difficoltà delle domande? Può essere… Sono certa, conoscendo abbastanza bene i valori morali che i miei abituali lettori posseggono, che la loro latitanza non sia dovuta al fatto che erano troppo impegnati a seguire nozze principesche o servizi
    sulla beatificazione.
    Per quanto riguarda la tua riflessione sul Primo maggio, hai proprio ragione: termini come “lavoratori”, “classe operaia” e simili sono ormai parole disabitate.
    Comunque: Buon Primo maggio, Mirella!

    Milvia

  4. anonimo ha detto:

    Cara Milvia, questo tuo post lo condivido pienamente, e mi è piaciuto molto il modo in cui Michele Serra ha espresso il suo pensiero, le sue parole potrebbero essere le mie, il concetto del perdono l'ho sempre trovato fuorviante, intriso di concetti religiosi che poco ci azzeccano con le realtà umane, la scelta di Sabina Rossa è una scelta civile, umana, giusta nel senso più profondo della parola. Non mi dilungo avendo espresso così bene il mio pensiero Serra, ringrazio te di  averlo postato.Beatificazioni a parte,da questa Roma invasa, ti auguro un BUON PRIMO MAGGIO
    maria

  5. Soriana ha detto:

    Maria: Sono contenta, cara Maria che pure tu la pensi così. Gli auguri di buon primo maggio te li ho ricambiati per  telefono…
    Abbraccio

    Milvia

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