Notturno, perchè l'ho scritto ora ora, che son già le 3 e mezza… Per cui scusate eventuali refusi, e siate clementi sulla qualità, forse non tanto buona.
Gente comune
L’uomo infilò la piccola valigia Louis Vuitton nello spazio che stava in basso, fra gli schienali contrapposti dei sedili n. 34, 36 e 30, 32 della carrozza n. 7. Controllò il biglietto e si sedette davanti al bambino grasso, dalla parte del finestrino. Il bambino grasso aveva un paio di bermuda bianchi, con dei Pinocchietti rossi e una maglietta gialla che gli stringeva sulla pancia. La donna seduta accanto al bambino grasso doveva essere la madre. Grassa anche lei, con due anelli argentati che le si affondavano nelle dita tozze. La ragazza seduta di fianco all’uomo aveva un vestito azzurro, di cotone leggero. Stava leggendo un libro e si tirava nervosamente su gli occhiali che le scivolavano sul naso, piccolo e sottile. Il bambino grasso chiese alla madre quando sarebbero partiti. La donna guardò l’orologio e disse: fra cinque minuti, caro. Nel corridoio passò un uomo claudicante che camminava appoggiandosi a un bastone, di quelli con il manico di osso. Si trascinava dietro una sacca rossa, di tela. Si sedette due posti più avanti. Dall’altra parte del corridoio un ragazzo con un grosso neo sulla guancia sinistra stava accendendo il computer. Gli stava seduta davanti una donna anziana, magra, i capelli bianchi legati da un nastrino nero, che frugava con le dita ossute nella borsetta. Arrivò una coppia giovane, sui vent’anni, stessa altezza, identico sorriso. Il ragazzo chiese al tipo con il computer se potevano scambiarsi di posto: in modo da poter star vicino alla mia fidanzata, disse. Il ragazzo con il computer acconsentì e la coppia, spalla contro spalla cominciò a parlare fitto fitto, un po’ di parole e un bacio, un bacio e altre parole. La donna anziana li guardava con occhi brutti, scuotendo la testa.
Quando il treno partì il bambino grasso schiacciò la grassa faccia contro il finestrino. La madre prese il cellulare, compose un numero e disse a qualcuno, chiamandolo caro, che probabilmente sarebbero arrivati in orario. La ragazza dal vestito azzurro tirò fuori dallo zainetto che teneva sulle ginocchia una matita e fece un segno sulla pagina del libro. Chiuse gli occhi, fece un sospiro e riprese a leggere.
Il ragazzo con il computer muoveva le dita sui tasti velocemente. La donna anziana aveva ripreso a frugare nella borsetta. La giovane coppia continuava le sue effusioni.
L’uomo pensò: gente comune, come ce ne sono milioni. Poi sollevò l’orlo della manica della giacca e controllò l’ora sul Tudor che il padre gli aveva regalato diversi anni prima. Ancora trentasette minuti e sono arrivato, pensò.
Quando fu annunciata la prossima stazione l’uomo si alzò, e, per farlo passare, si alzò anche la ragazza dal vestito azzurro. Il libro le cadde a terra, ma lui non si chinò per raccoglierglielo. Percorse il corridoio e arrivò davanti all’uscita proprio mentre il treno entrava in stazione. Nessun altro passeggero di quella carrozza si stava preparando a scendere. Quando il treno si fermò, premette il pulsante per attivare l’apertura della porta. Scese e si diresse con passo veloce verso il sottopassaggio. L’uomo non aveva bagaglio. Mentre scendeva le scale del sottopassaggio gli venne voglia di fischiettare. Stormy Weather, gli venne voglia di fischiettare. Ma si trattenne.
L’ordigno esplose dopo due ore e quarantadue minuti. Non c’era stata nessuna fermata intermedia, da quando l’uomo era sceso dal treno.
Dei passeggeri della carrozza n.7 non sopravvisse nessuno.
BUON GIORNO Milvia!
… molto profondo questo racconto, da studiare …leggo molti simboli: le varie età, i colori, i comportamenti, tempo, treno, oggetti….
da analizzare!!!
Buon fine settimana a te e alla tua famiglia!!!!
ciao
Giuseppe
Buon giorno, Milvia. Un racconto che coglie nel segno, mi vien da dire.
Mirella
Beh, indubbiamente un parto notturno improvviso, ma felice negli esiti espressivi, se …non esattamente altrettanto nel drammatico contenuto!
Molto bello lo sguardo oggettivo e attento del regista narratore, e la sequenza rapida di inquadrature sui protagonisti, estratti dal sempre ricco mazzo di carte della realtà quotidiana, quella realtà che troppo spesso viene sconvolta dalla distruttiva violenza dell'odio.
Franz
Mirella: un racconto… esplosivo?
Grazie, Mirellina, un bacio.
Milvia
Franz: grazie anche a te, caro Franz! Sono contenta che tu abbia colto proprio quello che volevo esprimere. Mostrare, attraverso piccolo gesti banali, tic, oggetti, quale personalità potessero avere quegli anonimi passeggeri, di dar loro umanità, insomma, senza accennare ai loro pensieri. A me capita a volte di osservare i miei compagni di viaggio e di immaginare le loro vite. Così come, forse, qualcuno di loro immagina, osservandomi, la mia.
Ciao, Franz. Un abbraccio.
Milvia
Giuseppe: caro Giuseppe, poi, se vuoi, dimmi il risultato della tua analisi. Mi interessa, perché conosco la tua sensibilità. Grazie del commento e grazie per l’augurio di buon fine settimana, che ricambio con un affettuoso: buon inizio di settimana!
Milvia
un racconto, uno sguardo lampo che illumina i soggetti, nel senso proprio di persone, ed un lampo li cancella…..non solo dalla vista di un osservatore estemporaneo ma dalla vita stessa…non so spiegarmi meglio, ma lo capisco profondamente..
un abbraccio
maria
Maria: invece ti sei spiegata molto bene, Maria cara. Grazie e un abbraccio.
Milvia
Purtroppo, tanti atti scellerati e criminali si sono svolti nella realtà in modo similare!
Adriano Maini
Adriano: Già, piccoli gesti, vite comuni, spezzati per sempre.
ciao!
Milvia
BUON GIORNO Milvia!
Il bambino con la madre rappresenta uno status di benessere (entrambi sono grassi); la ragazza la cultura, il giovane la tecnologia, i due innamorati l'amore, la vecchia il passato, il vecchio claudicante, la malattia.
gente comune…
Pochissimi sono i dialoghi: parla poco la madre con il figlio, la ragazza segna con la matita, il giovane digita, la vecchia scuote la testa.
Atteggiamenti che diventano quasi nulli se si pensa al dinamismo del treno!
La cultura è messa da parte: l'uomo non si china a raccogliere il libro.
L'uomo seduto accanto alla ragazza rappresenta il male…. non aveva bagaglio, non ha con sè nessun valore, nessun ideale…solo un Tudor!
Mi colpisce pure la sistemazione: il male è accanto alla cultura e di fronte il benessere; il passato ha dinanzi il presente.
… e meno male che era solo un racconto notturno!!!!
Sereno lunedì Milvia e ottimo proseguimento di settimana!!!
ciao
Giuseppe
Giuseppe: caro Giuseppe, mi sorprende e mi lusinga la tua analisi sul mio raccontino… La simbologia che tu hai ravvisato è interessante, anche se, da parte mia, è stata utilizzata del tutto inconsciamente. Grazie di cuore, caro amico.
Milvia