Per me, questo mio blog, è come un figlio. Fuoriuscito dalla mia mente, come Atena dalla mente di Zeus ( mentre scrivo questo paragone altisonante, la mia vocina interiore mi dice, un po’ ironica: Ma vola basso, per favore…), in una notte per me particolare di un gennaio di quasi cinque anni fa, è poi cresciuto dandomi soddisfazioni e delusioni, gioie e preoccupazioni, seguendo il percorso classico del rapporto genitore-figlio, insomma. Farlo crescere a volte mi è costata fatica, a volte avrei voluto mandarlo al diavolo (e anche questo accade con i figli, non è vero?, quando disattendono le nostre aspettative). E nei momenti di particolare stanchezza, quando il cibo con cui farlo crescere scarseggiava, e mi ritrovavo sulla tavola solo qualche crosta di pane secco… eh, sì, ho pensato anche di abbandonarlo. Che si arrangiasse, ho pensato. Basta, adesso lo pianto lì, con lui ho chiuso, mi sono detta. Ma poi cominciavo ad arrabattarmi per inventarmi qualcosa con cui nutrirlo, anche un cibo povero di vitamine, proteine e tutte quelle cosine che servono per vivere, ma almeno che servisse a farlo sopravvivere, anche se un po’ anemico, con la pressione bassa e il fosforo ai livelli minimi.
Ecco perché, quando mi capita di entrare casualmente in blog abbandonati ormai da anni, senza che nell’ultimo post ci sia sentore di chiusura, provo un senso di rammarico e di smarrimento: come si fa ad abbandonare un figlio, mi chiedo, così, senza neppure una spiegazione?… E vorrei che ci fosse una specie di telefono azzurro per i blog, che mi permettesse di denunciarne l’abbandono. Poi mi dico che la risposta è facile. Presupponendo che al genitore o genitrice non sia accaduto qualcosa di fatale (cosa che spero vivamente non sia), il padre o la madre fedifraghi si sono andati cercare un figlio più facile da gestire, un ragazzino che non ti chieda ogni giorno, con voce petulante: E oggi che mi dai da mangiare? Il nuovo figlio ha un cognome che lo accomuna a milioni di altri, non ci appartiene veramente, che noi, di cognome, mica facciamo Facebook! Però non pretende, si accontenta di abitucci smessi, di briciole stantie, di conversazioni banali. Ma ecco che, mentre sto scrivendo questo impietoso giudizio, si fa di nuovo viva la mia vocina interiore: Che minchia stai dicendo, mi dice alquanto indignata. Dipende sempre dal tipo di genitore…
Già, è vero. Non sempre ‘ste creature facebookiane si accontentano. E sono proprio i loro padri o madri a renderle esigenti. Così, insieme a tanti ragazzini un po’ sciocchi e pigri, ne troviamo di ben vispi e impegnati a imparare a vivere in maniera costruttiva. Di questo devo prendere atto, cara la mia vocina. Scusa tanto il mio giudizio precipitoso.
Però… Però, a parte la mia metafora sulla genitorialità, che ormai si sta arrampicando sui vetri, a parte il mio giudizio ambivalente su Facebook, il blog è comunque un’altra cosa. Meno fast e più slow, mi vien da dire. Scrivere un post dà più modo di riflettere, di articolare il proprio pensiero. E la stessa dinamica avviene in chi lo legge. Insomma, il blog ha un respiro più ampio.
E a proposito di riflessioni, questa mia, forse un po’ caotica, riflessione di oggi, è nata perché mi sono imbattuta in questo blog
fermo al 21 febbraio 2006. Ho letto alcuni post, e li ho trovati belli. Perché hai abbandonato la tua creaturina, achab56? Mi piacerebbe tanto che tu approdassi qui e mi rispondessi…Anche perché mi tranquillizzerei sul tuo stato di salute… Ma ritengo la cosa davvero impossibile.
Se comunque qualche ex blogger passa di qui, e mi vuole spiegare perché ha fatto come i genitori di Pollicino… sarò molto contenta di ascoltarlo.
Nella mia navigazione di questa mattina, poi, ho scoperto che l’argomento dell’abbandono non interessa solo me. Infatti ecco cosa ho trovato: Blog abbandonati. Mi fa pensare, questo luogo, a una sorta di collegio, dove i blog aspettano che mamma o papà li vengano a prendere per portarli finalmente a casa.
E tu, mio caro figlioletto, stai tranquillo: mamma non ti abbandona, anche se hai un fratellino che di cognome fa Facebook. Però fai il bravo, neh… Non pretendere troppo dalla tua mamma.
E ti vengo a cercare
Non ci azzecca proprio per niente con l’argomento del post, ma… metto la crocetta su “mi piace”.
un post che sicuramente fa e farà riflettere, chi come me magari ha un blog appena nato, di soli 5 mesi e che come un genitore deve aiutarlo a crescere… grazie per le tue riflessioni
La bella addormentata nel blog
No, no, non l'abbandonare questo figlio, Milvia! Mi sembra che sia in buona compagnia, a parte la madre……
Le riflessioni fanno parte dell'animo ed è giusto che sia così.
Io ho un piccolo blog, ricordi?, vagabondo nei pensieri, vorrei implementarlo ma, il più delle volte, mi manca il tempo o, forse, qualcos'altro. Ma non l'abbandono, è un pezzo di me, anche se in breve.
Ciao cara e a presto
Gavino
un post che sicuramente fa e farà riflettere, chi come me magari ha un blog appena nato, di soli 5 mesi e che come un genitore deve aiutarlo a crescere… grazie per le tue riflessioni
La bella addormentata nel blog
No, no, non l'abbandonare questo figlio, Milvia! Mi sembra che sia in buona compagnia, a parte la madre……
Le riflessioni fanno parte dell'animo ed è giusto che sia così.
Io ho un piccolo blog, ricordi?, vagabondo nei pensieri, vorrei implementarlo ma, il più delle volte, mi manca il tempo o, forse, qualcos'altro. Ma non l'abbandono, è un pezzo di me, anche se in breve.
Ciao cara e a presto
Gavino
Secondo me la tua vocina interiore, quando ti paragonavi a Zeus che partorisce Atena, ha proferito un vernacolare Mo lèssa pur lé che tu hai sapientemente tradotto per i non emilani che avrebbero potuto pensare ad un invito a preparare dei bolliti misti.
Per il resto, cosa dire? Anch'io amo i blog ed aborro Facebook, che mi sembra ancora più incline al cazzeggio ed al blablabla di quanto non siano (o non fossero? Esistono ancora o si sono tramutate in espliciti spazi di sesso virtuale via webcam?) le chat.
Facebook è uno spazio dove conta l'apparenza e lo status (veri o millantati che siano) e le idee sono tollerate con una certa fatica.
Su questa diatriba ho perso molti amici virtuali (ed un paio anche conosciuti nella vita reale) il più caro dei quali ha commentato il mio ostinato rifiuto a fare lo stesso passaggio con parole sprezzanti (Ma non l'hai capito che i blog sono morti e il futuro è su Facebook?).
Già. Anche Berlusconi nel '94 era il nuovo che avanza.
E ancora una volta: Wow! What a blog!
Carissima, ho letto con molta attenzione questo tuo interessantissimo post, devo dire che mi ha coinvolto molto e fatto riflettere. Da parecchio ho pochissimo tempo e sto trascurando il blog, questo fatto mi dispiace moltissimo ma non ho intenzione di chiuderlo, spero anzi di poterlo seguire di più tra breve.
Ho visitato i blog consigliati e, devo ammetterlo, suscitano una certa malinconia.
Un carissimo saluto e a presto.
Piera
As vrea un blog in limba latina. Catalin. kalyfonus@yahoo.com
Abbandonare di punto in bianco un blog, soprattutto quelli in cui si scrive cose abbastanza personali, fa un certo effetto. Ma magari, dipende anche dal fatto che ci sono momenti in cui si cambia così tanto che è quasi impossibile trovare una continuità fra quello che siamo, o crediamo essere, e quello di cui si è scritto. Logicamente è un'illusione, ma troncare è un pò come voltare pagine, qualche volta.
Un carissimo saluto!!
Juilia: In bocca al lupo per il tuo percorso… genitoriale da poco iniziato! Mi sembra che gli argomenti con cui stai nutrendo la tua creaturina siano davvero… succulenti! Grazie di questa tua prima visita e del graditissimo commento.
Ciao!
Milvia
Piero: In che senso… “addormentata”? Anzi meglio che dica: in che senso “bella”?
Ciao, Piero! Buona giornata!
Milvia
Gavino: No, caro Gavino, te lo prometto, non lo abbandonerò! E spero che pure tu non abbandoni il tuo poetico blog.
Un abbraccio e a presto.
Milvia
Luca: mi hai fatto ridere di gusto con la tua battuta sui… bolliti misti. E già questo è un motivo per ringraziarti, che occasione di ridere ce ne sono ben poche, in questi tempi. Io non aborro Facebook: come molti altri strumenti la sua positività o negatività dipende dall’uso che se ne fa. Se nella lavatrice, invece delle lenzuola ci metto il gatto, non è la lavatrice che è sbagliata… Detesto invece le chat, o meglio, non avendole mai utilizzate, preferendo comunicare con le persone o direttamente, o per telefono o mail, mi sono indifferenti. Detesto invece, senza ombra di dubbio, la tipologia di persone che tu descrivi.
Ma soprattutto, detesto quel vecchio che si è fossilizzato nelle nostre vite, rendendoci più tristi, più malati, e, per fortuna, ultimamente, molto, molto incazzati. Insomma soprattutto detesto l’innominabile impunito.
Ciao, Luca! Sempre un piacere averti qui!
Milvia
Piera: Eh, sì, richiedono tempo, questi figlioletti… E so benissimo che se tu, ultimamente, non dedichi troppo tempo al tuo blog non è per disaffezione… Un rimprovero, invece, lo devo fare a me stessa: per mancanza di tempo non riesco quasi più a seguire i blog amici… Ah,il tempo… Ci vorrebbe un espanditore del tempo…
Ti abbraccio, Piera. E grazie.
Milvia
Catalin: Ah, e perché lo hai abbandonato? E qual era il link? Mi piacerebbe darci un’occhiata!
Ciao e grazie della visita!
Milvia
Aconito1: Certamente. È vero quello che scrivi, Aconito. Nel mio post ho voluto provocatoriamente amplificare il problema, rivolgendomi in particolar modo a chi chiude un blog per iniziare a frequentare solo Facebook…
Grazie della visita e del commento, sempre molto graditi.
Ciao!
Milvia
C'è anche chi pur mantenendo un profilo (basso) su facebook, insiste con lo scrivere i post, perché ha tutto un altro sapore raccontarsi qua.
Cristina: Eh, sì! La differenza c’è: il sapore dei piatti di un pur a volte ottimo fast food, e quello dei piatti di un ristorante a pare livello di qualità.
Ciao!
Milvia
Ciao Milvia, la tua "creatura" è molto accogliente, credo che la stia allevando nel modo giusto 😉 La mia esperienza con FB è durata una settimana esatta, il tempo di ritrovare virtualmente vecchie compagne di scuola, persone che per strada non mi salutavano più e mi chiedevano l'amicizia (ma si può??) e venivano nella mia pagina solo per curiosare. Il blog mi dà più libertà, anche di leggere le cose che scrivono gli altri, di conoscere persone affini prima sconosciute, o persone totalmente diverse da me con cui posso avere uno scambio di idee senza pregiudizi. L'abbandono definitivo del blog senza spiegazioni, a meno che si verifichino eventi che impediscono di scrivere due righe di spiegazione o di saluto, fa capire che all'autore, in fondo, non interessava granchè, e lo considerò un po' una mancanza di sensibilità, ma chissà, magari ci sono altre spiegazioni più profonde. Mammamia, che commento lungo ti ho lasciato.. A presto!
Giraffa
Giraffa: innanzi tutto grazie per aver ricambiato la mia visita. E grazie, poi, per i complimenti che fai alla mia craturina.. Noi mamme siamo sempre molto contente quando qualcuno elogia il nostro pargolo…
Facebook è una verosimile rappresentazione del nostro paese, e questo è normale, visto che siamo proprio noi a costruirlo: da un lato il chiacchiericcio, il cazzeggio, il “guardate come sono bravo, quante cose faccio”, ecc.ecc, e credo che questo aspetto sia rappresentato da quei tizi che non ti salutano se ti incontrano e poi ti chiedono l’amicizia virtuale. Ma ha anche un altro volto, Facebook: quello di diffondere informazioni, di far nascere e far incontrare gruppi mossi dallo stesso sogno di cambiamento. È questo il volto che mi piace, e per questo ho deciso di continuare a starci dentro.
Però, hai proprio ragione: i blog hanno un altro spessore, forse anche perché la loro pubblicazione, al contrario di quella dei post o come cavolo si chiamano di Face, non va alla velocità di un neutrino.
Un augurio di buon pomeriggio e a presto, cara Giraffa.
Milvia
P.S.: mi piacciono un sacco i commenti lunghi!!!
Consigliato da Cristina, sono qui. Mi piace questo tuo modo spiritoso di trattare i blog, come fossero figli di carne ed ossa. Ma anche i figli, si sa, troppo spesso purtroppo si mettono al mondo tanto per tirare a campare….
🙂
Quanto a Facebook, ho molte riserve, forse perché conosco persone banali e melense che vi pescano a piene mani.
Il blog è tutt'altro. Può essere chiuso, certo, ma mai abbandonato.
Ciao.
Max: ringrazio Cri, per il consiglio che ti ha dato, e ringrazio te per averlo accolto! D’accordo in parte sul tuo giudizio sui… pescatori di Facebook, ma anche sempre più convinta che questo social network, se ben utilizzato, è uno strumento straordinario di comunicazione intelligente e feconda.
Sono entrata nel tuo blog, e ne consiglio la lettura a tutti i miei visitatori.
Ciao, Max! Ritorna a trovarmi, mi farà molto piacere.
Milvia