Vocabolarietto di un Paese alla deriva

Consumo (del territorio)
Costi (della politica)
Corruzione

Delocalizzazione (delle aziende)
Diritti (negati)
Disoccupazione
Dissesto (dell’ambiente)
Dissesto (del sistema carcerario)
Dissesto (del sistema giudiziario)
Dissesto (del sistema  sanitario)
Dissesto (del sistema scolastico)
Dissesto (della cultura)

Evasione (fiscale)

Giovani (senza futuro)
Governo (tecnico)
Grandi (opere)

Inquinamento

Manipolazione (del pensiero attraverso i media)
Morte (della politica)

Pensioni (non adeguate al costo della vita)
Potere (delle banche)
Potere (del Vaticano)
Precariato

Spese (per armamenti)
Sprechi (alimentari)
Sprechi (delle capacità della capacità intellettuale, manuale,   artistica dell’individuo)
Sprechi (energetici)

Appendice:
parole in attesa di essere inserite in una nuova edizione

Decrescita (felice)
Rinascita
Rispetto (dell’ambiente e dell’individuo)
Rivoluzione
Solidarietà
Uguaglianza

Forse questo breve ultimo elenco rimarrà relegato per sempre all’interno dell’appendice a un vocabolarietto  davvero desolante. Ma forse no.  Forse dipende da tutti noi scrivere una nuova edizione. Non ne sono sicura. Però vale la pena di tentare, con determinazione, con  passione.  Vale la pena di tentare per i nostri figli, per noi stessi, per non dover dire, quando si arriverà alla catastrofe finale: potevo fare qualcosa e non ho fatto niente.

99 Posse: La vida que vendra (El pueblo unido)

Immagine iniziale prelevata da questo sito

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10 risposte a Vocabolarietto di un Paese alla deriva

  1. Adriano Maini ha detto:

    Mancano a noi i Diderot e i d’Alembert o, per stare a esempi più recenti, i Padri Nobili della nostra Costituzione.

    • Milvia ha detto:

      Mi accontenterei anche di figure minori, ma, se pur ci sono, scompaiono semisoffocate dalla stupidità, dall’ignoranza, dalla mancanza di una qualsiasi etica di chi ha l’arroganza di comandarci.
      Ciao, Adriano.

  2. Giuseppe ha detto:

    Sereno fine del mese di Febbraio Milvia!!!
    un caro saluto
    Giuseppe

  3. Luca ha detto:

    Chissà a cosa pensava Luca nella sua scomoda eppure gloriosa posizione di novella vedetta lombarda: a 10 metri da terra le cose si vedono più chiaramente, e la tensione che scorre a pochi centimetri da lui non è nulla rispetto alla tensione fra chi sogna un mondo un po’ più lento, un po’ più solidale, un po’ più naturale e chi vigila severo su un mondo velocissimo ed ottuso.

    Questo Terzo Millennio, in fondo come il precedente, si è aperto su un mondo che sembra in sfacelo. Un Medio Evo plumbeo e feroce in cui i neofeudatari riescono ad imporre le proprie regole di stampo liberista (che fine ha fatto il concetto di libertà… Brrrrrrrrr…) ed ipercompetitivo.

    Il Web è la Babilonia del 2000: come capitava in quella città, puoi trovare fianco a fianco raffinati poeti, coltissimi filosofi, astuti trafficanti ed efferati delinquenti.

    Con una differenza: che trafficanti e delinquenti, ora come allora, giocano ognuno per sè. Mentre poeti, filosofi e sognatori attraverso la Rete possono moltiplicare le proprie voci e farne una sinfonia diversa da quella, cacofonica e stentorea, cantata dagli aedi del neocapitalismo.

    Felice vita.

    • Milvia ha detto:

      Devo dirti, caro Luca, che l’incipit del tuo commento, riferito al tuo omonimo, mi ha quasi commossa. Forse anche perché sabato scorso ero proprio lassù, con i determinati valligiani, a respirare un’aria buona che sapeva di coraggio, ma anche, incredibilmente, di gioia.
      Ogni giorno che passa divento sempre più insofferente alla sinfonia stentorea e malauguratamente non troppo dissonante suonata da musici privi di anima. Non appartengo alla categoria dei poeti, né a quella dei filosofi: sono solo una piccola, irriducibile sognatrice che cerca di mantenere in vita il suo scampolo di sogno. E spero di continuare a difenderlo per sempre.
      Felice vita è un bell’augurio, Luca. E lo ricambio, quindi.

      P.S.: la prossima settimana andrò a trovare la tua… bellissima donna. Roma, infatti, mi attende. Le porterò i tuoi saluti.

  4. nerdina ha detto:

    Tra le parole in attesa di essere nuovamente inserite aggiungerei Dignità (dei lavoratori, delle donne, degli italiani).

  5. Milvia ha detto:

    E forse, ora che ci penso, è la parola più importante, cara Nerdina!
    Un abbraccio.

  6. Anonimo ha detto:

    Perchè non aggiungere alla lista anche “raccomandazione”? E’ purtroppo una realtà non estirpabile nel nostro dna, anche se nessuno lo ammette mai (a cominciare dai politici e dai potenti in genere, che anzi si permettono di ironizzare sulle altrui precarietà e mancate realizzazioni). Grazie per l’attenzione. Giorgio ’62

  7. Milvia ha detto:

    La raccomandazione è un male atavico, nelle nostra Italietta, che di danni ne produce e tanti. Foese, come tu dici, è proprio nel nostro DNA. E, sì, nel vocabolarietto ci sta proprio bene.
    Grazie a te per la… collaborazione.

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