Ciudad Suarez: Stato di Chihuahua, Repubblica federale del Messico.
Ciudad Suarez: una città violenta, forse una delle più violente dell’intero pianeta. Transita, da lì, l’80% della coca proveniente dalla Colombia e destinata al mercato statunitense.
Si conta che, a Ciudad Suarez, siano presenti ben 500 bande, e non proprio del genere di quelle che vengono chiamate “banda cittadina”.
Ciudad Suarez: si fa mattanza di donne, a Ciudad Suarez, nell’indifferenza e, ancor peggio, con la complicità delle autorità locali.
Il termine “femminicidio”è nato proprio per indicare questa strage.
Donne uccise e donne che scompaiono in silenzio. Orribile, vero?
Ma poi ci diciamo: è così lontana, Ciudad Suarez. E poi, bisognerebbe saperne di più, pensiamo. E non conosciamo i nomi di quelle donne, di quelle ragazze, di quelle bambine, non ne conosciamo i volti, i sorrisi, e così ci sembra tutto molto distante da noi. E, anche se siamo donne, forse accantoniamo il sentimento di indignazione che possiamo aver provato leggendo notizie che riguardano questa orribile cronaca, dicendo: Eh, la criminalità, la droga, le bande… Che paese… Meno male che non vivo a Ciudad Suarez!
Italia: Europa
Numero donne uccise nel 2005: 84
Numero donne uccise nel 2006:101
Numero donne uccise nel 2007:107
Numero donne uccise nel 2008:112
Numero donne uccise nel 2009:119
Numero donne uccise nel 2010:127
Numero donne uccise nel 2011:139
Numero donne uccise dall’inizio dell’anno 2012 (dato del 29 aprile): 54.
Cinquantaquattro donne uccise in neppure quattro mesi finiti (chi ci dice che questa notte, che domani, non ne vengano uccise altre?).
Donne uccise da uomini. Uomini che non sono trafficanti di coca, che non appartengono a bande, che non uccidono, come sembra che accada a Ciudad de Suarez, in un rito iniziatico per essere ammessi in un gruppo criminale.
I nostrani assassini sono, quasi sempre, i mariti, i compagni, i fidanzati, gli ex mariti, gli ex compagni, gli ex fidanzati delle donne uccise. Delitti passionali, li chiamano i media… No, direi proprio che il termine “passione” non ha niente a che fare con questi delitti. La parola che più vi si adatta è “possesso”. Ecco, li si potrebbe chiamare delitti “padronali”. Perché, dopo tanto parlare di femminismo, di pari opportunità, di liberazione della donna ecc.ecc. , molti “maschi” (maschi, sì, non uomini, correggo quanto ho scritto precedentemente), e anche quelli che non arrivano a uccidere, continuano a considerare la donna come una proprietà. Quindi non sopportano di essere lasciati (“o mia o di nessun altro!” sembra una battuta di un vecchio romanzo di appendice, ma purtroppo è nella testa di molti di questi maschi); non sopportano neppure che la loro compagna possa essere più intelligente di loro, più colta, più autonoma economicamente e, soprattutto, che pensi autonomamente. Non sopportano di essere criticati. Non sopportano nulla che loro, questi deboli maschi-non-uomini, non possano tenere sotto controllo.
E così c’è chi umilia verbalmente la propria compagna, c’è chi le ricatta economicamente, per toglierle la possibilità di reagire, c’è chi le rompe le ossa a forza di botte.
E c’è chi le uccide.
Cinquantaquattro, in neppure quattro mesi.
Ciudad Suarez non è poi tanto lontana.
Parafrasando il titolo della trilogia teatrale di Eugene O’ Neal, mi vien da dire che Il lutto (del femminicidio) si addice all’Italia.
Invito le mie lettrici e, soprattutto, i miei lettori, ad aderire alla petizione: Mai più complici, perché, tutti insieme, facciamo in modo “che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla.”
Va beh… Avrei voluto scrivere qualcosa di più. Rileggo e mi accorgo che non si avverte tutta la mia rabbia. Ma c’è, ve lo assicuro.
E, comunque, niente musica, questa sera.
Immagine iniziale qui
non ci stanno, non riescono a starci nel perdere il potere nelle varie forme in cui lo hanno sempre esercitato, io sarei per l’autodifesa anche se rischia di finire come thelma e louise….
L’autodifesa va bene, ma bisognerebbe soprattutto agire sull’educazione dei bambini, fin dalla loro nascita.
Un abbraccio, Maria cara.
Certo che si, ma sono 40 anni che lo si dice e questi sono i risultati, naturalmente è la prima cosa da fare ma la vedo mooolto lunga perchè abbia degli effetti positivi, visto come è andata fino ad ora, senza contare che siamo andati all’indietro…..va buò :-)buona giornata cara Milvia e…Buon Primo Maggio
maria
Sul Messico credo occorra dire che tanti romanzi abbiano saputo anticipare l’orrenda realtà attuale. Sento in questi giorni dire che i governi in questione siano talmente rassegnati da preconizzare la liberalizzazione della droga.
I governi rassegnati mi fanno paura, così come mi fanno paura i governi che ci vogliono imporre la rassegnazione…
Buon mese di maggio, Adriano!
per Maria: come gamberi stiamo retrocedendo… Ma una cosa è certa: non si può retrocedere all’infinito… Qualcosa accadrà, prima o poi. Forse stiamo cominciando a esserne un po’ tutti più consapevoli.
Un abbraccio, Maria.