Un anno di riflessioni

sogni-doro Sono tre le cose che hanno caratterizzato il mio 2014: prima fra tutte, la nascita del mio nipotino, una gioia immensa. Poi due pubblicazioni in e-book che mi riguardano, un mio entrare a far parte, per la prima volta, di un mondo che io, amante fedelissima dei libri di carta, sentivo estraneo, e che invece, da quando l’ho incontrato, ho cominciato ad apprezzare. Le pubblicazioni sono queste:

Squilibri  squilibri-600x800-01

Il nostro due agosto nero 2 agosto Io non amo sfinire amici e conoscenti pubblicizzando le cose che faccio, però, ecco, sarei contenta che, per esempio, andaste a mettere un “mi piace” alla pagina facebook di Squilibri, che di “mi piace” ne ha davvero pochini. E se poi decidete di scaricare i due e-book (il secondo è gratuito) beh, mica mi dispiacerebbe… Ma già, mentre scrivo questo, mi sento in imbarazzo… Quindi potete anche fate finta che io non lo abbia scritto…

Comunque, è stato, questo, un anno che , più degli altri, mi ha fatto riflettere sul tempo che passa.

Ho cominciato a pensare, con una lucidità dolorosa, che quando il mio nipotino avrà vent’anni, io, probabilmente, non ci sarò più, o, se ci sarò ancora, chissà in che stato sarò: una vecchia demente, forse (già, a volte, penso di esserlo già ora, una vecchia demente 🙂 )

Ho cominciato a pensare che sono così vicina allo striscione del traguardo dove c’è scritta la parola fine che mi sembra di toccarlo.

Ho cominciato a pensare alle cose che non ho fatto, a quelle a cui più non credo, e che (ieri?, no, mille anni fa!) mi sembravano certezze. Alle illusioni, alle delusioni, ai fallimenti.
Chi lo avrebbe mai detto, per esempio che la frase che spesso si legge nella biografia di gente famosa: “un matrimonio fallito alle spalle”, mi avrebbe un giorno riguardato (senza, peraltro, essere famosa 🙂 )?

Per la prima volta, insomma, ho avuto la consapevolezza della mia vecchiezza, e dentro, ho sentito come un moto di ribellione: com’è possibile, mi sono chiesta, che il gioco della vita stia per terminare? Io voglio continuare a giocare, e ancora e ancora.
Ma sarò deficiente, a pensare a queste cose?

Che strano post, che sta venendo fuori. Butto giù parole così come mi vengono, e forse vi sto annoiando. Va beh, perdonatemi, se potete.
Però, e finisco, non posso dire che sia stato un anno cupo, tutt’altro.
Quando guardo Piccolo Teo, quando lo stringo fra le braccia e le sue manine mi toccano il viso, la tenerezza che provo è immensa. E le riflessioni tristi e le illusioni, le delusioni, i fallimenti, si sciolgono in quella tenerezza.

Il mio augurio è quindi questo: che per ognuno ci sia qualcuno, o qualcosa, nell’anno che verrà, che spenga ogni pensiero nero, e accenda di luci gioiose la vostra vita.
Buon 2015, amiche e amici cari! E, mi raccomando, continuiamo tutti a sognare. Chi sogna continua a vivere, e l’età per sognare non è legata all’anagrafe.
Vi lascio una poesia di Pablo Neruda, e due canzoni: la prima canzone, forse, è una scelta fin troppo ovvia, ma la voce di Guccini fa parte della mia vita, quindi va bene che ci sia, in questa riflessione di fine anno. La seconda spero che dia a tutti allegria, come la dà a me, e che sia di buon auspicio: che una banda risuoni sempre nei nostri cuori e li faccia lieti, Al prossimo anno (cioè, a fra poco)!

Il giorno di Capodanno di Pablo Neruda


l primo giorno dell’anno
Lo distinguiamo dagli altri

come se fosse un cavallino       cavallino
diverso da tutti i cavalli
Gli adorniamo la fronte
con un nastro gli posiamo sul collo
sonagli colorati, e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse un esploratore
che scende da una stella.
Come il pane,
assomiglia al pane di ieri
Come un anello
a tutti gli anelli.
La terra accoglierà
questo giorno dorato,
grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline,
lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia
e poi, lo avvolgerà nell’ombra.
Eppure, piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare.

La canzone dei dodici mesi

La Banda

A presto!

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6 risposte a Un anno di riflessioni

  1. flameonair ha detto:

    Ti sento molto “vicina”. Anche io sono avvolta da tempo da questi pensieri e solo veder crescere mio figlio me li allontana temporaneamente. Si ribella però, al tempo che passa e che accetto, la mia curiosità per la vita, i miei molteplici interessi. Mi spiace sapere che non avrò abbastanza tempo per approfondirne alcuni che sento di aver solo sfiorato… Confesso pure di amare molto Swatch di Guccini interpretata dagli Stadio. Un abbraccio, cara. È un bellissimo post il tuo.

    • Milvia ha detto:

      Cara Flameonair, tu, che sei tanto più giovane di me, non dovresti avere questi pensieri, però… 🙂 . Capisco comunque la ribellione: io guardo la libreria che mi sta davanti e penso a tutti i libri che vorrei rileggere, e penso a quelli che stanno sul comodino e per terra di fianco al comodino e che ancora non ho letto, e penso anche a quelli che riempiono le librerie, intese come negozi, e non conosco, e mi dico che mi ci vorrebbero altre dieci vite…
      Non conosco Swatch, ho provato a cercare su Youtube, ma il video mi ha dato errore. Riproverò più tardi.
      Grazie del commento, della vicinanza e dell’informazione musicale.
      Un abbraccio e l’augurio di un 2015 che possa appagare altre tue belle curiosità

  2. Bastet ha detto:

    Che dire,il tuo post è molto bello cara Amica,le tue riflessioni giuste,ma il tempo che ci è concesso non ci è dato conoscerlo,lo penso anche io tante volte,sono arrivata a metà del mio cammino (forse un po’ più in la)lo scorrere del tempo lo vedo nel crescere dei figli dei miei amici,li ho visti nascere,li ho tenuti in braccio ed ora hanno oltre 20 anni e sono pronti per decidere del loro futuro.A me restano ancora tante cose da fare,tanti libri da leggere e molti da rileggere.Viaggi da fare,vorrei vedere Parigi e vorrei fare il giro coast to coast del nostro bellissimo paese,isole comprese.Vorrei riuscire ad andare in pensione,anche se da quando ha iniziato a lavorare 30 anni fa hanno sempre spostato in avanti la linea di traguardo,per diventare finalmente padrona del mio tempo,vorrei ricominciare a disegnare,fare collane imparare a coltivare le rose.Sporcarmi le mani con i colori e con la terra,annusare il profumo delle mie rose e riempirmi gli occhi del loro colore.Invecchiare tra i miei cani e gatti,d’estate sedermi sotto il noce dietro casa nella sua ombra tinta di verde ed oro e guardare i campi attorno a me.
    Posso sognare,e desiderare,e citando Marcello Marchesi fare in modo che la morte mi trovi viva.
    Non è mia intenzione rattristare nessuno,sono considerazioni,per l’inizio dell’anno,di un anno che spero sarà migliore di quello appena lasciato.

  3. cvmargaretcollina ha detto:

    Bello e malinconico il tuo post cara Milvia. Penso che non importa quanto tempo ci aspetta ma quanto di bello ci resta nel cuore da spendere.
    Te lo dice una in libertà condizionata che non è famosa e non ha nemmeno figli ma allo scoccare della mezzanotte ha pregato solo di poter essere ancora utile a qualcuno.
    Questo, insieme alla salute e alla pace è il migliore augurio che faccio a me stessa e agli altri.
    Buon Anno cara!

  4. Antonella Marin ha detto:

    Cara Milvia, solo per dirti che il tuo post é molto bello, grazie. e anche che ho cercato squilibri in facebook por dire mi piace e non ho trovato…
    comunque ti ho chiesto amicizia .
    un abraccio affettuoso da una nuova amica in amazzonia.

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