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Archivi tag: la mia scrivania
Vecchio raccontino
Buona lettura? Boh?… Comunque buona domenica! Solo per te La prima volta che si era innamorata aveva cinque anni. Lui si chiamava Adriano, Adriano Minezzi, aveva sei anni e tutti gli inquilini del caseggiato popolare dove il bambino viveva con … Continua a leggere
Vecchio racconto, e pure lunghetto
milocca.wordpress.com È un racconto piuttosto lungo, e forse l'ho anche già messo nel blog, tempo fa. Ho preferito comunque non spezzarlo. Se vi va, leggetelo e commentate. Sono gradite critiche, consigli… stroncature… Pomeriggio di luglio Nella piazza del … Continua a leggere
Piccolo racconto notturno
Notturno, perchè l'ho scritto ora ora, che son già le 3 e mezza… Per cui scusate eventuali refusi, e siate clementi sulla qualità, forse non tanto buona. Gente comune L’uomo infilò la piccola valigia Louis Vuitton nello spazio che stava … Continua a leggere
Una sera di maggio del 1976
ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/ Alla mia veneranda età sono tornata di nuovo a scuola (dalla serie: Non è mai troppo tardi…). Ma il mio maestro non è Alberto Manzi (sarebbe una cosa impossibile, a meno che le lezioni non si svolgessero durante una … Continua a leggere
Pubblicato in autoreferenziale, calendari, figliolino, la mia scrivania, modo infoshop, paolo nori, scuola media paolo nori, terremoto, terremoto friuli 1976
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Solitudini
http://mente.blog.tiscali.it/ Il racconto che segue è stato pubblicato on line su Arte insieme poco tempo fa. Forse molti di voi lo conoscono già, ma per chi non lo avesse letto, e voglia farlo ora e magari commentarlo, lo propongo … Continua a leggere
Un amore lontano
Era tanto che non cercavo il tuo nome in Internet. In questi ultimi tre anni, da quando sono tornata a vivere nella nostra città, lo avevo fatto diverse volte. Mi sarebbe piaciuto rivederti, congratularmi con te perché eri riuscito a … Continua a leggere
Pubblicato in in ricordo di, la mia scrivania
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Una stagione sospesa
Una stagione sospesa Lei lo aveva scoperto in quegli anni di distacco, quanto fossero diversi. Lui era partito con il petto gonfio di parole retoriche, attaccate all’anima come lo erano le mostrine sulla sua divisa. Era così, Rino: quando Mussolini … Continua a leggere