Lettera al mio piccolo Teo

Il tenerissimo regalo per Teo creato dalla mia cara amica Raffaela Pani

Il tenerissimo regalo per Teo creato dalla mia cara amica Raffaela Pani

Mio caro piccolo Teo,
ti conosco da meno di ventiquattrore, ma so già che ti amerò fino a che avrò vita. E non perché sei bello (lo sei tantissimo), ma perché mi hai regalato un ruolo che per tanto tempo ho pensato che non avrei mai vissuto. Perché sei la vita che continua, sei primavera, sei cielo senza nuvole, sei sole, sei sorriso nei giorni che verranno. Sei.
Mi sembra ieri, sai, che ho conosciuto il tuo papà. Il primo ricordo che ho di lui è il suo sguardo. Era nato da pochi  minuti, e lo teneva in braccio il suo papà (che poi sarebbe il tuo nonno), e ho avuto l’impressione vivissima che mi guardasse con quei suoi occhi scuri e che, nel suo sguardo, ci fosse meraviglia e curiosità, ci fossero tante domande che volevano risposte. Non mi dimenticherò mai quel momento magico.
Tu, piccolino, ieri, quando ti ho conosciuto, stavi dormendo tranquillo, la manina chiusa a pugno contro la guancia, come se, nel sonno, tu stessi meditando. Un piccolo filosofo, ho pensato.
Sono tante le emozioni che mi attraversano, piccolo Teo.  Penso con timore se riuscirò a essere una brava nonna, per te. Lo stesso timore che ho provato tanti anni fa, in un’alba di settembre, quando,  tenendo fra le braccia il tuo papà, mi chiedevo se sarei stata una brava madre. E ancora me lo chiedo, sai, se lo sono stata.
Posso solo farti un augurio, piccolino: che tu riceva tanto amore. Che tu abbia un’infanzia felice,  che le strade che attraverserai siano prive di ostacoli, che ogni giorno, anche quando sarai grande, tu abbia un motivo per sorridere.  E che il mondo, per te, e per tutti gli altri piccolini come te, diventi un posto bello dove stare.
Credo di non avere niente da insegnarti, tesoro mio. Ma ci sarò, per te, sempre. Ecco, forse qualcosa ti trasmetterò: l’amore per la lettura. Sarò la tua nonna lettrice. 1013764_592361154184978_185896216_n
Tutto il resto te lo insegneranno mamma Marta e papà Alex, gli altri nonni e tutte le persone che già da ora ti vogliono un bene immenso.

Benvenuto, Teo!
La tua nonna  Milvia

P.S.: Qualche ninna nanna, tutte per te:
ascolta, piccolino!

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17 risposte a Lettera al mio piccolo Teo

  1. Bastet ha detto:

    Che gioia Milvia leggere le parole che hai dedicato al tuo nipotino;sono parole bellissime piene di amore e di speranza. Al tuo nipotino dico che è un bimbo fortunato ad avere una nonna che gli insegnerà il piacere della lettura,del viaggio senza nemmeno aprire la porta di casa,della fantasia,della curiosità,del sapere.Al tuo nipotino auguro una vita piena di gioie e di sorprese,di scoperte meravigliose perché così è la vita…meravigliosa.
    Auguro al tuo cucciolo d’uomo che la sua nonna abbia lunga vita,perché sarà una grande maestra;e che al tuo piccolino non manchi la conoscenza,requisito fondamentale per difendersi per farsi valere in questo mondo così meraviglioso,ma comunque pieno di insidie per tutti…
    Bastet

    • Milvia ha detto:

      Molto bello, quello che mi scrivi, cara Bastet. Come ho scritto a Maria, spero di non deludere mai Teo, e anche di non deludere tutti i cari amici che, come te, sembrano nutrire in me tanta fiducia.
      Grazie davvero!

  2. margaret collina ha detto:

    ma che meraviglia!!! SIATE FELICI TUTTI

  3. maria vayola ha detto:

    Solo leggendo il tuo bel post Milvia cara, novella nonna, ho capito l’importanza di questo evento, è un nuovo rapporto tutto da costruire e di un’importanza notevole nella vita, da gestire con i guanti della delicatezza e del sorriso, della cura e dell’attenzione all’oggi e al domani, un rimettersi in gioco in una veste tutta nuova.
    Ricordo che quando decisi di non fare figli, pensai che quello che mi dispiaceva era che non sarei diventata nonna…. e ora sono arrivata all’età giusta in cui il non-evento, dovuto a una scelta ragionata e serena e mai rimpianta, si sta verificando, il tempo è passato e mi sembra di essere ancora lì a dire con un sorriso..” peccato però non diventerò mai nonna” 🙂
    Insegnerai al piccolo, e poi sempre più grande, il piacere della lettura sicuramente, ma quello che gli darai sarà la tua persona, la tua onestà di pensiero, la tua schietteza nel gestire la vita e il rapporto con gli altri, la tua capacità di amare e rispettare chi ti è vicino, gli darai un esempio di essere che sicuramente gli sarà prezioso.
    Auguri nipotino e nonna, che il vostro rapporto sia gioioso e profondo, e al piccolo Teo un dolce benvenuto in questo mondo, che mistero il suo piccolo essere, la sua mente inconoscibile, gli auguro che la vita gli sia propizia di gioia e consapevolezza, di serenità, di fantasia, di creatività e di passione.
    un bacio a tutti e due.
    Maria

    • Milvia ha detto:

      Spero di non deluderlo mai, il mio nipotino… E non vedo l’ora di fartelo conoscere: sarai, insieme a Mirella, la sua nonna… onoraria.
      Grazie per il bellissimo commento.

  4. ReAnto ha detto:

    Congratulazioni !

  5. pieramariachessa ha detto:

    Milvia cara, dopo aver letto i commenti dei tuoi amici davvero non saprei che cosa aggiungere che già non sia stato detto e augurato. Mi unisco quindi a loro nel farti gli auguri, nel fare gli auguri al vostro piccolo Teo, ai suoi felicissimi genitori e anche agli altri nonni. Riguardo a te, sono certa anch’io che sarai un’ottima nonna, sempre giovanissima, curiosa e desiderosa di conoscere, oltre che una straordinaria lettrice, senza dimenticare l’altro tuo grande amore, quello per la scrittura. Ritengo che ci siano tutti i requisiti perché tu possa “affiancare” alla grande il tuo già amatissimo nipotino. E sarà un piacere, ne sono certa, per lui e per te.
    Un abbraccio.
    Piera

  6. D&R ha detto:

    Bello!

  7. Mirella Giordani ha detto:

    NONNE

    Mia nonna si chiama Ines e non assomiglia per niente a quelle nonne che si vedono sempre nei libri delle favole come Cappuccetto Rosso. Primo, non ha i capelli bianchi, ma biondi. Secondo, gli occhiali se li mette solo delle volte quando si toglie le lenti a contatto.
    Mia nonna ha una forza bestiale e fa tutti i lavori pesanti come dare lo straccio, fare la spesa con sei o sette sporte, portare su le bottiglie e le patate a casse dalla cantina, voltare i materassi di lana, che quando li volta lei sempre canta Ma l’amore no, l’amore mio non può, canzonetta antichissima che la cantava anche sua mamma mentre voltava i materassi.
    – Perché i materassi, dice mia nonna, devono essere di lana altro che doghe o futon!
    A parte la sua passione per i materassi d’una volta, mia nonna è una moderna, che al volante è anche troppo spericolata, dice mio babbo, e non ha paura di niente.
    Però ha anche lei i suoi difetti, che sarebbero fumare moltissime sigarette, che fanno male tantissimo alla salute, ma lei se ne frega.
    Mia nonna il giovedì sera gioca a bestia con le sue amiche e la domenica pomeriggio si mette una camicetta di seta, si dà un fracco di rossetto e va a ballare con certi suoi amici, grandissimi ballerini di liscio e anni Sessanta.

    Io di nonne ne ho due. Una si chiama Carmelina e sta a Cerignola e la vedo solo d’estate.
    L’altra si chiama Irene e sta sul comò. Nella camera di mia mamma c’è il comò e sopra c’è una cornice lucida dove dentro si vede la nonna Irene da giovane con un vestito a fiori e una frangia di capelli neri sugli occhi mentre dà da mangiare a dei piccioni. Lei ride con la bocca spalancata e si vede subito che si diverte a dare da mangiare ai piccioni.
    Questa foto è stata scattata durante una gita a Venezia. Dopo però la nonna Irene è morta di un brutto male e il nonno Roberto ha preso un’altra moglie di nome Graziella.
    Questa Graziella non era proprio cattiva, però molto pignola. E non far questo e non far quello e questo non si fa così, fallo invece cosà, tanto che mia mamma e la zia Loredana gli veniva su un nervoso che non vedevano l’ora di andarsene di casa.
    Così quando mio babbo è venuto a Bologna da Cerignola a lavorare alle poste e lì ha conosciuto mia mamma e poco dopo le ha chiesto
    – Vuoi sposarmi?
    Mia mamma ha subito risposto:
    – Sìssì.

    Lei si chiama Esterina, ma tutti la chiamano Rina, tranne me e mio fratello che la chiamiamo nonna.
    Mia nonna da giovane faceva la celebre attrice e ha recitato anche nel famoso teatro Bellinzona.
    Lei sa un sacco di favole e altre storie, anche in poesia, e quando io e mio fratello ci bussiamo, lei si mette a recitare: Andate sulla luna o anche più lontano Dove potrete litigare a tutto spiano E non si sentirà il baccano… Ma con una voce così buffa, che a noi ci scappa da ridere e smettiamo di picchiarci.
    Mia mamma dice che la nonna “ha sempre la testa nelle nuvole”, ma per me è una sciocchezza, perché, primo, la nonna è bassina e alle nuvole non ci arriva di sicuro, secondo, quando è molto nuvolo e piove, la nonna sta sul divano a leggere infagottata nello scialle rosso con le frange e di casa non esce neanche a morire, così la testa nelle nuvole non ce la può mettere. Mai.
    Quando nonna non esce, la viene a trovare il suo fidanzato.
    Il fidanzato della nonna è tutto pelato però coi baffi e di nome si chiama Giovanni, di cognome Tubertini. Di mestiere fa il suonatore di fagotto in pensione.
    Il fagotto sarebbe una specie di tromba e Giovanni mi ha promesso che mi insegna a suonare anche a me.

    Mia nonna Ida sta in un posto che si chiama Villa Fiorita, ma di fiori non ce n’è.
    Questa mia nonna le è venuta una malattia che si chiama morbo di alzante e ha perso la memoria.
    Quando la vado a trovare mi saluta dicendo: – Addio, Anita! Come stai Giuseppina?, che sarebbero queste Anita e Giuseppina delle sue sorelle morte secoli fa, e mi chiede sempre se ho il fidanzato.
    Io il fidanzato non ce l’ho perché i maschi ancora non mi filano, tranne Mirko della seconda B, quello tutto scartolato di brufoli, che mi viene sempre dietro e mi vuole anche toccare con mani appiccicose e non molto pulite. Così una volta gli ho dato dei calci negli stinchi a Mirko e un’altra volta gli ho sfrombolato due o tre zainate con l’Invicta che dentro c’era il vocabolario, la riga, la squadra, l’album da disegno, l’astuccio, la merenda e tre quaderni.
    Così ha smesso di rompere.
    Mia nonna sta su una sedia a rotelle e litiga con gli infermieri che le vogliono fare le puntura e lei non vuole, perché non si fida credendoli barbieri, in quanto con la giacchetta bianca.
    Delle volte la nonna mi racconta di una suo fidanzato (è un po’ fissata coi fidanzati questa nonna qui) che lei non lo voleva più e lui la voleva ammazzare e lei e sua mamma sono dovute andare dai Carabinieri. Chissà se è una storia vera, perché i fatti son sempre quelli, ma il fidanzato ogni volta fa un mestiere diverso: una volta è un daziere, un’altra fa il maestro di scuola di scuola a
    Borgo Panigale, un’ altra ancora ha un banchetto di frutta e verdura al mercato Ugo Bassi.

    Cara Milvia, molti molti anni fa, quando la mia prima amica e coetanea diventò nonna, forse per esorcizzare la “nonnitudine”, condizione bellissima ma un po’ inquietante, scrissi delle robine. Te ne mando alcune. Oggi suonano un po’ di maniera questi ritrattini qua, spero vorrai scusarmi ed accettare i miei auguri di felice nonnitudine.

    • Milvia ha detto:

      Mirellina! Ma che bellissimi ritratti! Sei bravissima, e non azzardarti più a dire che non scrivi bene! Tengo da parte il commento e ne farò un post. Merita di avere più visibilità! E poi lo leggerò a Teo quando sarà più grande.
      Grazie di cuore.

  8. Anonimo ha detto:

    Benvenuto al caro Teo con tutto l’amore che si merita, ma benvenuta anche alla nuova nonna Milvia.
    Un grande abbraccio ad entrambi.
    Gavino

  9. gavino ha detto:

    Benvenuto al caro Teo ma ben trovata anche alla “nuova” nonna Milvia, fiera di esserlo.
    Un abbraccio ad enrambi
    Gavino

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