Vierno vattenne

Devo proprio dirlo: sono stanca. Ci fossero montagne, intorno, e boschi, e valli, e bei laghetti ghiacciati,  forse riuscirei ad apprezzare tutto questo biancore. Se fossi in una baita, con il fuoco acceso nel camino, la cucina ben rifornita, mi farei avvolgere dal conforto di una poltrona, un libro in mano, e aspetterei serenamente primavera. Ma guardo fuori dalla finestra, e vedo solo un gelido paesaggio urbano. Qualche albero e poi cemento. E se dieci giorni fa la neve mi ha incantato, come sempre mi succede al suo primo apparire, ora mi deprime. I libri, la musica non mi consolano. E ormai non mi rallegra neppure più  di tanto la visita degli uccellini che vengono a becchettare briciole di biscotti  e semi sul mio balcone.
La primavera la vedo, in questi giorni, come un’invenzione dei poeti, di quelle che ti fanno fare  sogni che, amaramente, sai già che non si realizzeranno.  Mi sento come se dovessi, d’ora in poi, vivere in un perenne inverno.  L’inverno del mio scontento, una sorta di icona della mia vita, d’ora in poi.

Devo proprio dirlo: sono stanca.

Vierno vattenne

(L’immagine iniziale l’ho scattata io, proprio adesso, al mio amico merlo)

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10 risposte a Vierno vattenne

  1. Fausto marchetti ha detto:

    ma dai! metti qualche bulbo di giacinto in un vaso sulla mensola della finestra e comincia ad aspettare la primavera

  2. pieramariachessa ha detto:

    Sono d’accordo con Fausto, in fondo non manca poi moltissimo all’inizio della primavera!
    Ma capisco anche ciò che provi, queste nevicate e quest’inverno sembrano davvero interminabili; se poi pensiamo alle difficoltà che creano, ai danni e anche alle tragedie, be’, credo non si abbia molta voglia di scherzare…
    Ciao, dolcissima la tua fotografia.
    Piera

    • Milvia ha detto:

      Cara Piera, rileggendo il mio post mi sono sentita un po’ meschina e egoista: io, a lamentarmi, comodamente protetta dalla mia casa calda, mentre tante persone, il disagio della neve, lo stavano vivendo davvero. A volte mi capita di concentrarmi solo su me stessa. E non è mica tanto bella, questa cosa.
      Un abbraccio, Piera.

  3. Giuseppe ha detto:

    Ciao Milvia, grazie della bellissima fotografia; mi auguro che quando leggerai il mio saluto tu sia in ottima forma!!!
    Giuseppe

    • Milvia ha detto:

      Ciao, Giuseppe! Grazie per la vicinanza… Da ieri, con il sole che splende, e nonostante il freddo sia sempre presente, sto davvero molto meglio.
      A presto!

  4. Iannozzi Giuseppe ha detto:

    E’ proprio un amore il tuo amico merlo. Bellissima anche la fotografia che gl’hai scattato. Deve esserti proprio amico per lasciarsi fotografare senza volar via.

    L’inverno da me non è diverso, ma non ci sono uccellini, solo un mare di cemento imbiancato dalla neve, che oramai è diventata ghiaccio sull’asfalto. Un freddo polare, e però ti devo confessare che non mi dispiace: certo il clima è rigido, siberiano, ma odio il caldo africano. Di gran lunga preferisco il freddo. Eh sì, forse sono un orso polare, ma tant’è. 😉

  5. milvia ha detto:

    Mi sa che l’amicizia del merlo nei miei confronti è un tantinello interessata… Ma poi penso che fra noi ci sia uno scambio alla pari: io lo nutro e lui mi offre la gioia di guardarlo (e di fotografarlo).
    Io, caro Iannozzi, preferisco il caldo. Sono un geco, io.

  6. cristina bove ha detto:

    anche io preferisco il caldo.
    o almeno il tepore.
    ciao
    cri

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