Per T.T. (Anam)
Cercando fra pensieri affastellati
nei polverosi archivi della mente
trovai soltanto sottili ragnatele,
gomitoli arruffati,
parole inconcludenti,
ricordi liquefatti,
sbriciolarsi di giorni in un bicchiere,
come pasticche
per un male oscuro.
L’intuizione per un’altra vita
la trovai allora nelle tue parole,
porte socchiuse per guardarmi dentro
con fare nuovo, in modo luminoso.
E allontanando da me ogni caduta,
vorrei ora privarmi del mio ego
ed esser, come te, un senza nome.
(Pensando a Tiziano Terzani)
Cosa dire senza essere, o per lo meno sembrare, retorici? Niente, verrebbe da dire, e chiudere qui.
Ma a me piace rischiare.
E allora ti dico: di Tiziano Terzani ne so poco, come la ragazzina di “Chiedi chi erano i Beatles” a proposito della sunnominata band e un po’ di tutto il ‘900.
Motivo in più per non parlarne.
Ma io tiro dritto: potrei andare su google e compitare un decoroso commento con le idee di altri. Non ci vado e mi limito a spendere un’emozione.
Per quel poco che so di Terzani, lo respiro come una di quelle 2-300 persone nella recente storia dell’umanità (da quando esiste l’informazione sistematica, che molti identificano in Italia e nel mondo intero con la nascita della Gazzetta di Parma, che oggi non è certamente all’altezza di questo impegnativo primato, nè il suo opportunistico e ondivago appoggio per Pizzarotti contro gli isterismi di una sedicente sinistra mi fa cambiare idea) che ha incontrato il mondo dell’informazione, ci è convissuto e non se ne è sporcato più di tanto. Il suo erede è per certi versi Rampini, che però di Terzani (sempre da quel pochissimo che so) non condivide la grande avvolgente capacità di raccontare.
Colmerò questa lacuna.
Ti consiglio davvero, caro Luca, di colmare la tua lacuna.
Non conosco abbastanza Rampini per poter affermare che possa essere un erede (seppur in un certo modo) di Tiziano Terzani. Il mio amore incondizionato per Terzani non è tanto rivolto al giornalista, all’inviato di guerra o in paesi lontani (condivido con lui l’amore per quei luoghi), ma all’uomo, al suo pensiero: contro la guerra, sull’amore per la vita e sull’accettazione della morte, sull’etica, e su tante altre cose che, se lo avvicinerai, capirai tu stesso.
Avrei voluto essere lui, e questo non l’ho mai pensato per nessuna persona al mondo.
Uomo di intensa passione umanitaria!
Un vero Grande della Storia. Grazie, Adriano.