C’è una bottiglia in mezzo al mare con una fiaba da salvare

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Annunciare una nascita è sempre emozionante, e non solo quando si tratta di bimbe o bimbi in carne e ossa, venuti al mondo per allietare mamme e papà,  ma anche quando la nuova creatura è fatta di carta, o, anche, di componenti elettronici e arriva sulla terra per allietare la mente e il cuore dei lettori.
Quando poi la neo-mamma è un’amica, l’emozione è ancora maggiore.
Annuncio quindi con molto piacere la nascita di ‘Via Lattea’  favola avventurosa di Graziella Poluzzi.
Di Graziella, più di cinque anni fa, avevo pubblicato, su questo blog, alcuni suoi scritti.
Graziella ha un senso dell’umorismo straordinario e una grande abilità  nel trasferire sulla carta questo suo talento.
Così, l’altro giorno sono stata davvero lieta di leggere la mail di Graziella, che qui riporto parzialmente:

È nata una favola in forma di ePub e s’intitola “VIA LATTEA”
Dopo un lungo travaglio, consegno al Fato questa nuova figlia, sperando in un miracoloso salvataggio.
C’è bisogno di nuove favole che divertano e diano anche un finale positivo. Sto provando la scelta dell’autopubblicazione, una strada davanti tutta da scoprire.
La fiaba è venuta piacevolmente avventurosa, è seria e giocosa insieme, è scritta per l’infanzia, ma penso possa piacere a grandi e piccini.
La protagonista, una bimba di otto, nove anni vuole essere spensierata, vuole divertirsi e le riesce, ma già vede i problemi del mondo in cui sta crescendo.
Così come la bambina naviga nell’immensità della ‘Via Lattea’, in una storia parallela, io affido l’eBook alla rete informatica come un messaggio in bottiglia, sperando che qualcuno lo raccolga e abbia inizio una nuova favola: c’è una bottiglia in mezzo al mare con una fiaba da salvare.

Leggendo la sinossi più dettagliata che segue, noto con piacere che la favola di Graziella può essere definita anche una fiaba ecologica.

È notte, c’è un missile nel giardino, Carolina da sonnambula entra e parte. Raggiunge la Via Lattea, nota due sfere e una piramide trasparenti, incuriosita si ferma nella prima sfera ed incontra vari personaggi di fantasia.
Nella seconda sfera, che è senza movimento e suono, c’è un viale di statue, fra cui quella di Aladino. Dopo alcune ricerche trova l’anello magico: ne esce il Genio, viaggiano sul tappeto volante. Carolina per gioco chiede varie trasformazioni: chiede di essere il vento, una farfalla, un albero, una tartaruga, un pesce, un’aquila.
Con la vista dell’aquila nota che il mondo è inquinato, lascia perdere i giochi e vorrebbe risanare la situazione generale del pianeta, ma il Genio si dichiara impotente.
Consulta Leonardo e tutti assieme riescono a ripulire i mari e i fiumi, a scrivere ai potenti, imponendo norme sane nella gestione dei pubblici poteri. (Leggermente ironico il linguaggio di Leonardo con accenni tardo-rinascimentali).

Se volete conoscere meglio Graziella Poluzzi ecco cosa racconta di sé:

Amo la scrittura ludica, mi piace giocare con le parole, mi sento un po’ dadaista, la vena ironica sconfina spesso nel surreale. Cerco la serenità del quotidiano nelle piccole cose, nei ritmi lenti e distensivi, modello tartaruga. L’ispirazione letteraria ha bisogno di quiete attese, per elargire i suoi frutti. La noia non mi annoia.

Amo la sintesi degli aforismi e dei brevi racconti, ho coltivato poesie, teatro comico, anche monologhi maschili, in cerca di attori, sono disponibile ad affidarli in lettura a compagnie attive nel settore.
Dal 1995 al 2003 ho ideato e prodotto una fanzine d’umorismo nero “Macabrina” con vari autori e vignettisti, ho collaborato col mensile “L’Informatore” della Feniof (Associazione Naz. Pompe Funebri) (spazio umoristico dal ’98 al 2000) e con il Transilvania Kafé.

Se poi volete contattarla entrate qui.
Il libro, in formato e-book, è acquistabile in tutte le libreria on-line, al prezzo di 0,99 euro.
Per esempio si può acquistare qui e qui e qui.
E visto che questo post parla della nascita di una fiaba, mi sembra che si possa concludere così

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8 risposte a C’è una bottiglia in mezzo al mare con una fiaba da salvare

  1. Riri52 ha detto:

    Brava Milvia e bravissima Graziella. Sì ci vuole speranza per il futuro! Ciao Riri52 ( Rita)

  2. lucarinaldoni ha detto:

    Il confine fra i generi, in qualunque campo artistico, è quasi sempre un artificio retorico-convenzionale. La ripartizione in generi è funzionale alla produzione di facile consumo (un giallo da viaggio ferroviario dev’essere un giallo con tutti i crismi della regolarità, altrimenti il lettore si irrita e c’è caso che tenti senza successo di restituire il volume pretendendo una totale rifusione del corrispettivo) ma qualora ci si trovi di fronte ad una produzione che dev’essere fruita, assorbita, assimilata e non semplicemente “consumata” (vale a dire, tale da lasciare una traccia almeno minima e non uno svago esattamente coincidente col tempo della lettura, o dell’ascolto, o della visione) non ha alcuna importanza e, direi, alcun senso stabilire e/o decidere a quale genere appartenga un romanzo, un racconto, una musica o un’opera pittorica.

    Dalla tua stimolante ed evocativa presentazione (se fossi nei panni di Gabriella Poluzzi ti affiderei immediatamente l’incarico di addetta-stampa o, se volessi esagerare, di Esegeta Apologetica Ufficiale) si intuisce facilmente che il libro di cui parli attraversa da provetto viaggiatore svariati stili e generi ma probabilmente senza stabilire dimora in nessuno di essi.

    Se poi, come l’autrice stessa ci illustra, soffia nei suoi scritti un vago ma percettibile vento dadaista, allora siamo sicuri che attribuire alla scrittura di Gabriella un’appartenenza ortodossa è un’operazione destituita di qualsivoglia fondamento.

    E’ un po’ di tempo che non faccio acquisti via rete ma, una volta verificato che il mio accredito PayPal sia ancora attivo (in senso operativo e soprattutto in senso amministrativo), questa mi sembra un’occasione buona per riprendere questa abitudine.

    E che la vita sorrida ad entrambe.

    • graziella poluzzi ha detto:

      Magari avessi un adetto-stampa! A Milvia non posso chiedere di più e mi ha già dato il massimo e gliene sono molto riconoscente. Non si è risparmiata con sincera amicizia. Spesso invidio le sue capacità. Mi sento un po’ dadaista, in quanto amo giocare con le parole e cercare di estrarne un lato
      ironico, la favola però è una favola classica, per fortuna uscita con fantasia e ricca di avventure.
      Grazie della meditata dissertazione.

      Gp

  3. margaret collina ha detto:

    Buon Pasqua cara Milvia e un abbraccio

  4. milvia ha detto:

    Troppo tardi per augurare Buona Pasqua (o troppo in anticipo sulla Pasqua 2014). auguro alle gentili commentatrici e al gentile commentatore: Buon 25 aprile!

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